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RAGGUAGLIO LXII

[La Monarchia di Francia, esortata a popolar le Indie, risponde ch’ella in casa sua giá coltiva con la zappa e con l’aratro le sue miniere d’oro.]

Alcuni prencipi grandi d’Europa, che piú per interesse loro particolare che per inclinazione d’animo affezionato desiderano veder la Monarchia francese in tutte le cose uguagliar la potenza della Monarchia spagnuola, due mattine sono la truovarono che, come è suo costume, stava pigliandosi gusto in veder alcuni suoi gentiluomini studiar la filosofia tanto propria alla nobiltá francese del cavalcare: e gli dissero che, essendo ella in contrapeso di quella bilancia della pace universale che la potenza spagnuola tanto si affatica di far traboccar dal suo lato, erano forzati ricordarli a non si lasciar superare nello scuoprimento del Nuovo Mondo dalla Monarchia di Spagna, la quale nelle Indie non solo avea fondate colonie grandi e occupati regni immensi, ma si era fatta assoluta padrona di quelle inesauste vene d’oro e d’argento, delle quali in Spagna aveano poi traghettati tesori innumerabili; e che ella, che nell’oceano avea tante commoditá di porti sicuri, numero infinito di navi, abbondanza di prattichi nocchieri e soldati attissimi per armar le flotte, dovea impiegar l’animo ai medesimi acquisti : e tanto maggiormente, che quei pochi Francesi che erano passati all’Indie vi aveano scoperti paesi cosi deliziosi e copiosi di tutte le ricchezze, che con molta raggione aveano dato loro il nome di Nuova Francia; e che agli acquisti di molti regni, che ella avrebbe fatto oltremare, si aggiungea la riputazione e l’utile che le arrecarebbe il disturbar ai suoi nemici Spagnuoli quel ricco traffico delle Indie, che in tante gelosie fa vivere i maggiori potentati di Europa.

Parve che la Monarchia francese piú tosto schernisse l’avviso