Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. III, 1948 – BEIC 1772693.djvu/211

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giorni alla sua corte per la medesima cagione erano ricorsi molti figliuoli di prencipi elettivi. Appresso poi a quel signore disse Apollo che, per frenar gli uomini sconoscenti dal commettere si vergognoso mancamento dell’ ingratitudine, in grave necessitá si vedeva posto di dare in potere de’ benefattori loro gl’ingrati, si che di essi quella vendetta prendessero che piú loro pareva; che però egli dava autoritá, che contro i soggetti beneficati da lui egli stesso incrudelisse con l’atroce fragello di farli ritornare alla passata povertá e alla viltá di prima, ritogliendo loro le rendite, gli onori e le dignitá cosi malamente conferite; ché da quell’ora egli lo liberava dalla macchia di tutti i biasimi ne’ quali mai piú avesse potuto incorrere, mostrando al mondo il poco buon giudizio che aveva avuto in beneficare e esaltare uomini tanto viziosi, dalla nota di instabilitá che in qualsivoglia tempo gli si potesse dare. Per molto eccellente lodò quel prencipe la risoluzione pigliata da Apollo per tener a freno gl’ingrati, ma liberamente disse che ella punto accomodata non era al suo bisogno, perché quelli de’ quali esso gli si querelava avevano da lui ricevuto il supremo grado senatorio e alcune rendite, che con la vita di colui a chi venivano concesse erano perpetue. — Se questo dunque è — disse Apollo, — voi non tanto potete dolervi de’ soggetti beneficati, quanto della qualitá del dono col quale avete cercato di provedervi d’amici obbligati; perché il pericolo di perdere con l’ingratitudine i benefici che si sono ricevuti è quella forte catena che perpetuamente legato tiene il beneficato, mercé che poca o niuna obbedienza può altri sperare da un cavallo sciolto e senza freno e da un uccello che, senza esser legato col filo, altrui è uscito di mano. Quindi è che allo stato durissimo de’ figliuoli de’ prencipi elettivi avendo io piú volte fatto riflessione, strana condizione panni la loro, poiché da quelli amici e devoti servitori, che da essi spirano onore e grandezze, li veggio fino adorare non che riverire, e ottenuto poi che questi hanno l’intenti loro, con strana metamorfosi sono forzati pur ricever dai beneficati da essi [con] gratitudine [la facoltá] di onorarli e servirli con molto