Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. III, 1948 – BEIC 1772693.djvu/286

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RAGGUAGLIO XCV

[La Nazion portoghese chiede che sia incisa nelle tavole di metallo del fòro Delfico la fedeltá da lei dimostrata a Don Antonio e, malgrado il contrasto della Monarchia di Spagna, lo ottiene.]

La Maestá di Apollo, che non di altro piú saporito cibo pasce l’animo suo che di azioni eroiche, per sua propria consolazione, per dar gusto ai suoi virtuosi e per accender il fuoco della gloria e la sete della riputazione negli animi di tutte le genti, sono giá molti secoli che con ammirando conseglio institui in Parnaso l’uso nobilissimo, che tutte le piú gloriose azioni e le piú onorate imprese, che da qualsivoglia nazione venivano operate, per eterna memoria delle genti fossero registrate in perpetue tavole di metallo nel fòro Delfico: onde è che somiglianti memorie a quei che le leggono servono in vece di acutissimi sproni per farli velocemente correr ad oprar virtuosamente. Sono giá passati trenta anni che la nobilissima Nazion portoghese comparve avanti la Maestá di Apollo, al quale espose che giá molti anni prima Filippo II, re di Spagna, con mano armata aveva invaso il regno di Portogallo, pretenduto da lui di ragione, e che in un fatto d’arme avendo sconfitto Don Antonio, che gli impediva il possesso del regno, mentre quel prencipe, per rifarsi di forze dopo la rotta ricevuta, andava fuggendo, implorando gli aiuti da’ suoi parziali, pubblicò contro Don Antonio una taglia di centomila scudi: con tutto ciò, che i Portoghesi, antiponendo sempre secondo il costume della nazion loro la fede ai tradimenti, la devozione e l’osservanza verso il sangue reale all’avarizia di cosi grossa somma di danari, con tanta fedeltá occultarono Don Antonio, che anco per le case di uomini mendici andava riparandosi, che felicemente lo salvarono conducendolo in Francia. La qual azione tanto maggiormente parea ai Portoghesi che meritasse la prerogativa di essere registrata nel