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CARTEGGIO

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alla seconda, la quale tra pochi giorni devo mandare alla stampa. E perché lo star sempre per tanto tempo a Venezia a me è dispendioso e molto incomodo, supplico con ogni umiltá Vostra Signoria illustrissima farmi per sua benignitá grazia di uno dei tre governi: Lugo, Cento o Comacchio, aggiungendo che Comacchio, come piú vicino, mi sarebbe d’infinita comoditá. Di nuovo la supplico a farmene grazia, ché poi, stampata ch’io avrò quest’altra Centuria, spero in Dio por fine alle fatiche de’ miei studi e di andare in volta per i governi. Bacio con ogni riverenza la mano di Vostra Signoria illustrissima e da Dio Nostro Signore le supplico ogni felicitá.

Venezia, li 15 decembre 1612.

Di Vostra Signoria illustrissima e reverendissima umilissimo e devotissimo servo Traiano Boccalini.

XXVIII

m

Ad un amico veneziano.

Della cavalcata teutonica, che fu domenica, non vi dirò altro, poiché fu piú semplice che il P|aternoster], e la piú bella e singoiar cosa che l’accompagnasse fu un cielo che rideva, con un’aria temperata e uno splendor di sole cosi meraviglioso, che per Dio era una giornata degna del sacco di Roma; la pompa fu poverissima nello sproposito, e gli spropositi campeggiavano fra la disgrazia e l’indecenza e il disordine, che suol sempre intervenire a simil feste: quel giorno vi comparse cosi in pontificale, che non si vide altro che una gran massa di bestie, che rassomigliavano un esercito messo in fracasso.

Quello ch’io osservai piú di mio gusto fu un maestro di

T. Boccalini, Ragguagli di Parnaso - in.

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