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CARTEGGIO

grandemente odiosi si sono resi a quei che regnano, percioché, cosi come li prencipi volentieri prestano l’orecchie alle lodi che vengono date loro, ancorché eschino dalla penna o dalla bocca d’uno sfacciato adulatore, cosi ancora dalli medesimi in somma abominazione sono avute le censure fatte sopra le cose loro, parendo a questi insopportabile miseria che le calamitadi e le loro imprudenze servino altrui per buoni avvertimenti da non commetter li medesimi falli di molti prencipi, sebben si vede esser in loro il piú bel lustro di fino argento al di fuori. Questa veritá mi rende chiaro, che li presenti miei Ragguagli di Parnaso, ne’ quali sotto varii scherzi vengono censurate le azioni, toccati gl’interessi, scoperti i veri fini e notati li difetti di molti prencipi, poco gusto apporterebbono loro quando andassero per le mani d’ognuno; onde io, che in modo alcuno non voglio dar disgusto a qualsivoglia pubblica o privata persona, come dal fuoco ho fatto fermissima deliberazione di guardarli dalle stampe, percioché, la lunghezza del tempo maturando le cose che per la freddezza loro sono altrui noiose, quello che per infiniti rispetti all’etá nostra è odioso, mancando li prencipi presenti e invecchiandosi questi negozi, che oggi vivono e che per l’importanza loro sono tenuti in somma gelosia, spero che queste mie vigilie con particolar gusto saranno lette poi da quei che verranno, a’ quali, con scriver dello stato presente l’apparenza delle cose, mi son affaticato di giovare e dilettare Frattanto piú tosto ho voluto io ricever il beneficio di occultar questi miei scritti nella famosissima biblioteca di Vostra Signoria illustrissima, che farlene dono, solo a fine che allora siano pubblicati al mondo, che non daranno disgusto ad alcuno; ma si compiranno li desideri miei quando queste mie vigilie, quali esse si sieno, daranno a Vostra Signoria illustrissima quella soddisfazione, che io per l’infinita devozione che porto al suo nome e per gli obblighi innumerabili che le devo sommamente desidero, i quali me l’hanno creato debitore di cosi grossa somma, che, quando in servigio di lei spendessi la stessa mia vita, mi parrebbe nondimeno d’aver fatto nulla