Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. III, 1948 – BEIC 1772693.djvu/390

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TRADUZIONI

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[V] . Mentre si faceano questi discorsi, il male di Augusto cominciò ad aggravarsi e vi fu chi sospettò di qualche ribalderia della moglie, percioché fu detto che pochi mesi inanzi essendosi Augusto confidato con alcuni suoi intimi, avendo solo menato in sua compagnia Fabio Massimo, si era fatto traghettare nell’isola della Pianosa per veder Agrippa, amendue aveano sparso molta copia di lacrime e mostrati segni di molta tenerezza, e che perciò si sperava che al giovane fosse per concedersi il ritorno alla casa del suo avo, le quali cose si facea giudizio che Massimo avesse conferite a Marzia, che le scopri a Livia, per lo mezzo della quale passò il secreto alla notizia di Cesare. Percioché, essendo poco dopo morto Massimo (non si sa di certo se egli fosse aiutato a morire), fu udito che Marzia, nelle esequie di lui, tra i molti lamenti che ella facea, fortemente si rammaricava che ella era stata cagione della morte del suo marito. Comunque la cosa si passasse, Tiberio, appena entrato in Schiavonia, fu dalle lettere della madre, che in molta diligenza le avea inviate, richiamato indietro, né mai si venne in cognizione se, giunto a Nola, egli trovò Augusto vivo o morto. Percioché Livia con strette guardie avea circondata la casa e sbarrate tutte le strade, e alcuna volta facea pubblicar buone nuove della malattia di Augusto, fintanto che, avendo ella provveduto a tutte le cose necessarie secondo che richiedea quella occasione, in un tempo medesimo usci fuori la nova e che Augusto era morto, e che Nerone era fatto imperatore.

[VI] . La prima sceleratezza, che fu commessa in questo nuovo principato, fu l’omicidio di Agrippa Postumo, il quale ancorché fosse colto alla sprovvista e disarmato, nondimeno il centurione, se ben era coraggioso, stentò piú che molto ad ammazzarlo. Non diede conto Tiberio dí questo eccesso al senato, ma fingea che il tutto fosse seguito per ordine di suo padre, il quale avea comandato al tribuno che gli facea la guardia, che, come prima udisse la nuova della sua morte, non mancasse di subito ammazzarlo. Certa cosa è che, essen T. Boccalini, Ragguagli di Parnaso - HI.

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