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TRADUZIONI

ATTO QUARTO

SCENA PRIMA Doria sola.

Doria. — Cosi Iddio mi salvi, come io, non cosi tosto vidi il capitan Trasone, che cominciai a temere che non attaccasse qualche briga e facesse qualche smacco alla mia padrona, poiché, come prima giunse lá questo giovane Cremete, fratello di Pámfila, ella cominciò pregarlo che ordinasse a Gnatone che lo intromettesse in casa, ma egli si adirava, senza però aver ardire di disdirle. E Taide, dall’altro canto, gli facea istanza che lo invitasse di sopra, il che facea per ritenerlo, poiché il tempo non comportava che gli scoprisse quello che desiderava dirgli della sorella; pur alla fine, forzato dalle preghiere di lei, l’invita, sebben di mala voglia, ed essendovi Cremete rimasto, Taide attacca subito ragionamento con esso lui, del che avvedutosi quell’insolentaccio del Capitano, cominciò a sospettare che gli avesse condotto in sugli occhi il suo rivale e, volendo ancor egli far dispetto e dar martello alla mia padrona: — Va — disse — ragazzo: chiama Pámfila e dille che venga a darci un poco di piacere —. Onde Taide entrò nelle furie e cominciò a gridare: — Parti egli onesto che una giovane pulzella sia veduta tra tanti uomini in un convito?—. Finalmente il capitano venne seco alle brutte, onde la mia padrona, sospettando di qualche violenza, si cavò le gioie da dosso e me l’ha date, che le porti a casa, il che è segno che, come prima potrá, gli si leverá dinanzi, ché ben conosco qual sia la natura di lei, quando le fuma.