Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. III, 1948 – BEIC 1772693.djvu/533

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relli-Borghese, che pochi mesi prima l’aveva tratto da una difficile situazione assegnandogli il governo di Matelica. Prima di spedire il 20 giugno 1609 quel saporoso omaggio (cfr. lett. XVI), non mancò il Boccalini di far apporre nell’ultima carta un prudente avvertimento, che suona: «Questi Avisi, i quali solo ho composti per dilettar con essi il mio ill.mo Mecenate, ed i quali per infiniti rispetti non voglio in modo alcuno che vadino alla stampa, sottopongo alla censura della Santa Madre Chiesa Romana, della quale mi glorio di voler vivere e morire obbedientissimo e riverentissimo». Se certe libertá di linguaggio nei riguardi di qualche prelato potevano consigliare la professione di obbedienza alla Chiesa — in materia propriamente religiosa il Boccalini fu di profondi sensi cattolici, anche se ebbe a subire un duplice processo di S. Uffizio—-è da notarsi invece quanto recisamente egli vietasse che le sue mordaci composizioni venissero diffuse per le stampe. Potrebbe perciò sorprendere il vedere come un anno e mezzo piú tardi, mutato avviso, si desse d’attorno a procurarsi i privilegi dei principi italiani per proteggere la pubblicazione d’una prima raccolta di ragguagli, ché ad un tale volume pensava senza dubbio scrivendo al duca d’Urbino di voler stampare fra pochi mesi «alcune composizioni politiche e morali» (cfr. lett. XVIII del 13 ottobre 1610). Non credo tuttavia che la nota posta con tanta evidenza sotto gli occhi del Cardinal Nipote fosse poco sincera e coprisse un diverso avviso: può darsi che il Borghese stesso e altri amici e protettori incoraggiassero il Boccalini a rendere pubbliche le sue fatiche; egli medesimo d’altronde avrá via via preso animo e acquistato consapevolezza piú distinta dell’opera che gli veniva nascendo tra mano, vincendo gli scrupoli prudenziali col troppo naturale desiderio di procacciarsi fama ed onore con la sua penna; forse avrá pensato altresi alla possibilitá di introdurre qua e lá qualche attenuazione discreta, di sopprimere qualche nome troppo apertamente profferito, di trascegliere i ragguagli non altrimenti addolcibili, condannandoli a restare prudentemente inediti: mi par certo però ch’ei si decidesse a quel passo non privo d’audacia per una considerazione d’ordine materiale.

Non da allora soltanto le preoccupazioni finanziarie, il peso della numerosa famiglia, le cure meschine dei governi periferici, le residenze disagiate dovevano aver generato in lui il desiderio di uscire da quelle ristrettezze, cercando migliore fortuna in un nuovo terreno. Eran tempi ormai in cui l’attivitá editoriale impostata su