Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. III, 1948 – BEIC 1772693.djvu/546

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1667, 1671 e 1675, sempre annotando sul frontespizio l’indicazione «Impresso in Cosmopoli, per Cornelio Last» <■*) e spesso variando la paginazione, nella quale intercalarono fuori testo e non in tutti gli esemplari una serie di otto, undici o dodici incisioni cavate da originali di Romain de Hooghe ed altri ( 1 2 3 4 ).

Tre anni dopo l’ultima stampa fiamminga, Gregorio Leti, il libellista avventuriero che sostava a Ginevra in cerca di fortuna, vi trovò in avanzato allestimento sui banchi del tipografo Widerhold i due volumi destinati ad accogliere, sotto il titolo di Bilancia politica di tutte le opere di T. Boccalini (3), quella parte delle Osservazioni su Tacito , che giá l’anno avanti era stata pubblicata ad Amsterdam dal Blaeu, e riappariva ora ritoccata qua e lá e passo passo commentata da un Francese trapiantato a Tubinga: Ludovico du May. Desideroso di porre mano anch’egli in quell’opera, non foss’altro che a trovare un pretesto per dedicarla — come poi fece — ad Augusto Guglielmo di Braunschweig-Luneburg, il Leti indusse l’editore ad allegare ai due primi un terzo volume, nel quale raccolse, attribuendole al Boccalini, quaranta fiacche scritture d’argomento ozioso e scipito, che erano invece frutto della sua troppo facile penna o spigolature frettolose da fonti diverse (4). In particolare, mirando a far si che la Bilancia accogliesse tutta l’opera del Lauretano, né potendovi d’altronde riprodurre per intero le Centurie , l’insigne raffazzonatore credette di poter accontentare i suoi lettori fornendo loro un semplice compendio dei Ragguagli , che ebbe infatti la pazienza di stendere per 67 fitte pagine a stampa, simulando che prima un abate Crescenzio e poi un Antonio Angeletti, di lui nipote, avessero richiesto al Boccalini in persona un sunto dei Ragguagli e che questi l’avesse loro fornito mediante sette lettere che occupano nel volume le pp. 199-265

(1) Solo l’ediz. del 1671 non reca l’indicazione del tipografo.

(2) Il Willkms cit. ricorda solo le stampe del ’52, del ’64 e del ’71, dichiarandole tutte non elzeviriane, sebbene di diverso avviso fossero stati erroneamente il Brunkt per le edizioni del ’52 e del ’71 ed il Mazzuchelli per una di quelle del ’64. Le ediz. del ’51 e del ’52, identiche, hanno pp. 8 nn., 9-268, 20 nn., e cosi pure una delle edizioni del ’64 ; le altre quattro dello stesso anno contano pp. 6 nn., 7-230, 16 nn.; 8 nn., 9-456; 3 nn., 4-144, 46 nn. (due tirature, delle quali una senza data); le ediz. del ’67 e ’71 hanno pp. 8 nn., 9-262, 26 nn.; quella del ’75 pp. 2 nn., 3-212.

(3) Il titolo deriva forse dall’invenzione boccaliniana di Cent. Ili, 12.

(4) Cfr. la mia nota: T. Boccalini ed il suo pseudo epistolario , «Giorn. stor. della lett. ital.», voi. 119, 1942, pp. 105-29.