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RAGGUAGLIO XX

Massimiliano imperatore viene avvisato delli romori nati fra li figliuoli.

Tre corrieri la notte passata giunsero alla maestá dell’imperatore Massimiliano II, e subito si seppe che gli portarono l’infelicissima nuova, che l’arciduca Mattias avea pigliate le armi contro l’imperatore Rodolfo suo fratello, con le quali sediziosamente chiedea i regni di Ungaria, di Boemia, l’Austria e l’assoluto dominio di altre provincie. Questi pessimi avvisi in infinito trafissero l’animo dell’imperatore, perché benissimo conobbe che la discordia nata tra’ suoi figliuoli agli inimici della casa d’Austria arrecava quel contento che tanto aveano bramato di vedere; onde quel prencipe ieri mattina molto per tempo si presentò avanti Apollo, al quale con spargimento di molte lacrime chiese quando li mali della casa d’Austria, gran tempo prima cominciati con la congiura crudelissima orditale contro da tutta la Germania, doveano aver fine e per qual demerito alla sua casa erano mandati cosi crudeli flagelli. A questa domanda rispose Apollo in questa guisa: — Cesseranno le persecuzioni e i travagli tutti della vostra famiglia, o grande imperatore, quando ella affatto abbandonerá quei pensieri ambiziosi di voler dominar l’Ungheria e la Transilvania, i quali alla Germania hanno date gelosie tali, che per assicurar l’antica sua libertá dalla potenza della vostra casa ad altro non studia, che alla depression di lei, perché, temendo li Germani mali molto maggiori dagli acquisti vostri, che dalle vittorie del Turco, sono risolutissimi di voler piú tosto perder Vienna, che acquistar Buda; e allora si discioglierá la potente congiura che vi è stata ordita contro e la Germania tutta svisceratissimamente amerá i vostri arciduchi, quando, deposta la presente ambizione, faranno conoscere a tutti che vogliono esser uguali, non superiori alli altri prencipi di Germania.