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Pagina:Boetie - Il contr'uno o Della servitù volontaria.djvu/45

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o della servitù volontaria 31

quale, chi ha punto punto cuore, avrebbe a reputar la vita nojosa, ed un rifugio la morte? Guardate quella poca favilla come si leva in gran fiamma, e sempre piglia maggior lena, e quante più legna ci si butta, tanto più ha la bocca aperta per divorarle! La vuoi tu spegnere? non importa che ci butti sopra dell’acqua, smetti di buttarci delle legna, e allora, non avendo più che divorare, divora sè stessa, perde forma, non è più fuoco. E così i tiranni: oggi arraffano dieci, domani voglion venti: quanto più rovinano e sperperano, e noi più si dà loro, più si servono; ed a questo modo più si afforzano, diventano più poderosi e più baliosi a tutto distruggere, tutto recare a nulla. Ma smettete di dar loro niente; smettete di obbedirgli; e vedrete che, senza combattere, senza dar loro addosso, vi rimangono ignudi bruchi, e non sono più nulla, o almeno son come quella barba che, senza più umore, rimane sterpo secco e morto.

Gli animosi sprezzano ogni pericolo per acquistare il bene ch’e’ desiderano; gli assennati non fuggono i travagli: i vili e gli storditi non son buoni nè a sopportare il male, nè a ricuperare il bene. Lo desiderano, e lì: ma la virtù del volerlo è loro contesa dalla lor codardía e ne rimangono con la voglia, perchè così dà la loro natura. Il desiderare e il volere quelle cose che, possedute, ci fanno felici è comune a’ savi e agli stolti, ai prodi e a’ codardi; in una sola cosa la natura, nè so perchè, fa fallo agli uomini che non la desiderino, nella libertà, la quale è pure un sì gran bene e sì dilettoso, che, perduta lei, seguitano tutte le sventure una dietro l’altra; e quel po’ di bene che rimane, a quel mo’ guasto dal servaggio, non ha più gusto o sapore veruno. La sola libertà si vede proprio che gli uomini non la