Pagina:Boetie - Il contr'uno o Della servitù volontaria.djvu/46

Da Wikisource.
32 il contr’uno

desiderano, perchè basterebbe desiderarla e l’avrebbero a lor posta: si vede ch’e’ non curano il far sì bell’acquisto, solo perchè è troppo facile.

Ahi gente misera e vile! popoli dissennati, nazioni incaponite nel vostro male, cieche al ben vostro! eccovi costì: vo’ vi lasciate rubare in su gli occhi il miglioramento delle vostre rendite; disestare i campi; spogliar le case, votarle da’ mobili aviti! vo’ fate una vita che non potete dir di nulla: Questa è cosa mia; e quasi quasi e’ vi parrebbe di guadagnar un tanto a far a mezzo de’ beni, delle famiglie, della vostra vita medesima. E tutto questo sperpero, questa sventura e questa rovina, donde vi viene? non da molti uomini, ma dal nemico; da quello che, se è grande, l’avete fatto voi; per il cui amore andate così animosamente alla guerra, per la cui grandezza non dubitate di andar in bocca alla morte. Quegli che fa di voi sì aspro governo non ha mica nè un occhio, nè una mano, nè un corpo, nè niuna cosa di più che il più vile omicciattolo delle tante e tante città nostre: lo sapete quel che ha più di tutti voi altri? L’ansa che vo’ gli date a far man bassa sopra di voi. Se non glieli deste voi, donde caverebb’egli tanti occhi da contarvi quanti passi vo’ fate? donde caverebbe tante mani per bastonarvi, s’e’ non le rubasse di tra voi? E s’e’ si mette sotto a’ piedi le vostre città, que’ piedi non son vostri? Avrebbe nessuna balía sopra di voi, se voi stessi non gliela deste? Si attenterebbe di avventarvisi contro, se vo’ non foste di balla? Vi potrebbe torcer nemmeno un capello, se voi stessi non foste manutengoli del ladro che vi spoglia, complici dell’assassino che vi sgozza, traditori di voi medesimi? Voi fate le sementi, perch’egli vi deserti il