Pagina:Boiardo - Orlando innamorato II.djvu/181

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[St. 19-22] libro ii. canto x 171

19 Tira Dudone adosso a quel malvaso,
     Sopra il frontale ad ambe mani il tocca;
     Roppe ad un colpo tutto quanto il naso,
     E ben tre denti li cacciò di bocca.
     Senza sapone il mento gli ebbe raso,
     Perchè la barba al petto gli dirocca,
     E menò il tratto sì dolce e ligiero,
     Che seco trasse il zuffo tutto intiero.

20 Quando se vidde il falso Balisardo
     De una percossa tanto danneggiare,
     Poi che il franco Dudone è sì gagliardo
     Che a sua prodezza non puotea durare,
     Verso l’alto castel fece riguardo,
     E prestamente se ebbe a rivoltare;
     Getta il bastone e ’l scudo in terra lassa,
     E per il ponte via fuggendo passa.

21 Segue Dudone e nel castel se caccia,
     Chè non temeva il giovane altro scorno.
     Come fu dentro, gionse entro una piaccia
     Edificata di colonne intorno,
     Con volte alte e dorate in ogni faccia.
     Il sôl di sotto è di marmoro adorno,
     Nè persona si vede in verun lato
     Fuor che ’l gigante, che è già disarmato.

22 Poste avea l’arme e’ pagni il fraudolente,
     E tutto quanto ignudo se mostrava,
     Ed avea il collo e il capo di serpente,
     E ’l resto a poco a poco tramutava.
     Ambe le braccia fece ale patente,
     E l’una gamba e l’altra se avingiava,
     E fiersi coda; e poi d’ogni gallone
     Uscirno branche armate e grande ongione.