Pagina:Boiardo - Orlando innamorato II.djvu/211

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[St. 15-18] libro ii. canto xii 201

15 Tu dèi comprender così ben come io,
     Che per te solo è fatta questa presa,
     Perchè tra Saracini èi tanto rio,
     E de Cristianità sola diffesa.
     Ora, se io prendo il tuo nome e tu il mio,
     Non avendo altri questa cosa intesa,
     Nè essendo alcun di noi qua cognosciuto,
     Forse serai lasciato, io ritenuto.

16 Io dirò sempre mai ch’io sono Orlando,
     Tu de esser Brandimarte abbi la mente;
     Guârti che non errasti ragionando,
     Chè guastaresti il fatto incontinente.
     Ma, se esci fuore, a te mi racomando:
     Cerca di trarme del loco presente;
     E se io morissi al fondo dove io sono,
     Prega per l’alma mia tu che sei bono. -

17 Quasi piangendo quel baron soprano
     In cotal modo il suo parlar finia.
     Allora il conte, che era tanto umano:
     - Non piaccia a Dio, - dicea - che questo sia!
     Speranza ha ciascadun ch’è Cristïano,
     Nel re del celo e nella Matre pia;
     Lui ce trarà per sua mercè de guai,
     Ma senza te non uscirò giamai.

18 Ma se tu uscissi, io restaria contento,
     Pur che tu me prometta tutta fiata,
     Per preghi, nè minacce, nè spavento
     De non lasciar la fede che hai pigliata.
     La nostra vita è una polvere al vento,
     Nè se debbe stimar nè aver sì grata,
     Che per salvarla, on allungarla un poco,
     Si danni l’alma nello eterno foco. -

8. P. Saracin si-.i. — 21. I'. r/i' ?; buoth cr. — ìì6. P. da te promeua mi aia data.