Vai al contenuto

Pagina:Boiardo - Orlando innamorato III.djvu/159

Da Wikisource.

prefazione ix


è omessa, e c’è uno spazietto vuoto per la miniatura che doveva fregiarla. Il secondo libro segue immediatamente al primo, e c’è appena lo spazio per iscrivervi il titolo: cosi il terzo al secondo. In fine di questo si legge «fine del secondo libro», e subito dopo l’ultima ottava del terzo la parola «finis», sempre della stessa mano di chi ha ricopiato il poema.

Dalla prima all’ultima facciata non si riscontra la più lieve differenza quanto al carattere: identico è pure il modo di lineare il foglio, di disporre le ottave e le lettere iniziali di esse. Non ci ha dubbio che il codice fu scritto non solo da una stessa mano, ma tutto di un fiato: e poiché le ultime ottave dell’Innamorato furono composte nell’estate del 1494, codesta copia del poema non può essere stata preparata molto innanzi a quella data.

Si può anche aggiungere senza tema di errare che o fu fatto per incarico, o doveva passare per le mani di qualche cospicuo personaggio, e che (come appare dall’ottimo stato di conservazione) non servì certo a nessun compositore per la stampa.

Il codice contiene i primi sessanta canti del poema, distribuiti, come nelle edizioni posteriori, in due libri, più i nove canti del terzo. Vi si leggono le ottave 44-46 del canto XXI del primo libro, e la 61 del canto XXVII del libro secondo, omesse per errore di stampa nella edizione del 1486. È omessa invece (come nella edizione del 1506) la penultima ottava del libro secondo, opera probabilmente dello stampatore, in cui si promette la continuazione del poema. In esso non