Vai al contenuto

Pagina:Boiardo - Orlando innamorato III.djvu/178

Da Wikisource.
xxvi prefazione


benchè molto più di raro, trovandomi davanti a qualche singolare variante di T, che poteva provenire da errata lettura dell’originale, da omissione di parole, da trascrizione inesatta. Ad ogni modo, poichè la lezione non accettata appare in nota, può il lettore ricostituire il testo da sè.

Una certa libertà ho dovuto pur usare quando i tre testi (o i due per il terzo libro) recavano ciascuno una diversa lezione, il che succede molto di raro; e quando davano concordemente una lezione errata, della quale non si vedeva lì per lì chiara e lampante la correzione1. Io accettai quella del Panizzi, quando era, per dir così, suffragata dalle antiche stampe da lui usufruite, parendomi che ceteris paribus la si dovesse preferire ad ogni altra; in caso diverso ora l’accettai, ora invece la rifiutai, e ne proposi una mia propria, stampandola per altro in corsivo2 e riportando semjìre in nota l’errore; ed errori e varianti ho citate, che a prima vista parrebbero superflui, sia per mostrare come si sia ingenerata una lezione falsa, sia per giustificare una correzione. Del Panizzi poi ho recato la lezione anche in altri casi in cui non c’erano dubbiezze, più per iscrupolo di editore che per vera necessità. Gli

  1. Qualche rara volta tenni presente il rifacimento del Berni, ed anche l’edizione parziale del poema, condotta dal Virgili, come ho detto, su una stampa del 1535: questo specialmento là dove il senso dipendeva dal modo di interpungere.
  2. Del quale corsivo mi pento di essermi valso, ne’ primi fogli, un po’ troppo raramente. Prego anzi il lettore di volerlo sostituire al carattere ordinario a pag. 9, linea 29 (qui); 14, 6 (nïun): 30, 21 e 166, 11 (musorna); 51, 14 (baston): 81, 30 (Che e’ soi fatti vedea e); 242, 23 (da l’uccel).