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Pagina:Boiardo - Orlando innamorato III.djvu/179

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prefazione xxvii


è che talvolta appariscono nel testo datoci da lui, alcune varianti, le quali sono probabilissimamente da attribuire ai poco scrupolosi editori del cinquecento, ma potrebbero per avventura aver fondamento in qualche manoscritto o in qualche edizione del poema di cui si sia perduta da secoli la traccia1.

Lungamente sono rimasto perplesso davanti alcuni singolari costrutti, che non si può dire se rappresentino un vero errore od una lezione genuina, e davanti ad alcune strane forme, le quali è impossibile ricondurre ad una base: che io volevo da una parte offrire un testo leggibile, e dall’altra non mettere temerariamente le mani in esso. Data la regolarità costante delle sintassi seguita dal Boiardo, m’è parso giustificatissimo il proporre, nel primo caso, degli emendamenti, sia col chiudere tra uncinetti le parole inutili, sia collo scrivere in corsivo quelle che mi pareva si dovessero necessariamente aggiungere, sia coll’ interpungere in modo diverso da quello di altri editori; con molta maggior circospezione ho proceduto invece quanto al lessico ed alla morfologia, raramente accogliendo delle congetture, e stampandole sempre in corsivo, sicchè il lettore, posto sull’avviso e ricorrendo alle note, potesse con giusto criterio accettare o respingere le mie proposte.

Ho detto più sopra che io mi tengo, quanto più posso, fedele al manoscritto; ma riprodurre un codice,

  1. Cfr. ad esempio vol. primo, pag. 30, vv. 15-l6; 82, 16; 115. 5: 120, 2-3: 124. 16 e via via.