Pagina:Bois - Sui confini della scienza della natura,1928.djvu/75

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dola in un punto e forse peggiorandola in un altro. Anche chi crede alle cause ultime deve ammettere che tale cominciamento non è molto degno dell’Onnipotenza creatrice. Ad essa s’addice, con supernaturalistica intromissione nella meccanica del mondo, chiamare tutt’al più una volta all’esistenza i più semplici germi di vita, ma costruiti in modo che da essi, senz’altro aiuto, provenga l’odierna organica creazione. Ammesso questo, è permessa l’altra domanda se non sia più degno dell’Onnipotenza creatrice liberarsi anche da quell’unica intromissione nelle leggi da essa stessa create, e dare fin da principio alla materia tali forze che, in circostanze opportune, dovessero sorgere senz’altro aiuto esterno germi di vita sulla terra o su altri corpi celesti? Non c’è alcun motivo di negar questo; con ciò si ammette anche che potrebbe svilupparsi vita puramente meccanica; e si tratterebbe ora soltanto di vedere se la materia che in via puramente meccanica può disporsi in modo da venire alla vita, ha esistito sempre o se, come Leibniz pensava, fu creata da Dio.

Che la conoscenza astronomica del cervello non ci possa rendere più comprensibile che oggi non sia la coscienza da cause meccaniche, lo conclusi dal fatto che ad un certo numero d’atomi di carbonio, idrogeno, azoto ed ossigeno dovrebbe essere indifferente in qual modo si muovano o siano raggruppati, sia pure che avessero giù coscienza particolare, cosa che non spiegherebbe nè la coscienza in genere, nè la coscienza collettiva della massa cerebrale.