Pagina:Bonarelli, Guidubaldo – Filli di Sciro, 1941 – BEIC 1774985.djvu/158

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nell’esser cognito, dallo stesso dottor è definita: Veritas est, quia ostendítur id quod est. Ma perché secondo l’essere e reale e cognito, comunque si sia, il vero ha sempre relazione allo ’ntelletto {Veritasper conformitatem intellectus et rei dcfinitur, dice san Tommaso), si come addunque il vero non è altro che una conformità della cosa con lo ’ntelletto, cosi il verisimile non è altro che la somiglianzà della conformità che ha la cosa con lo ’ntelletto. Ma queste sono troppo astratte specu- lazioni: noi abbiamo a descender alla pratica. E poiché il ve- risimile è quel che ha somiglianzà di conformità fra la cosa ch’è intesa e lo ’ntelletto che la ’ntende, sarà ben di veder se ci sia regola alcuna, per la quale si possa giudicare che la cosa abbia o non abbia cotale somiglianzà di conformità. Veramente, si come per dimostrar una cosa esser visibile non ci è più sicuro mezzo che veder se l’occhio la vede, cosi anche per dimostrar alcuna cosa esser verisimile, non è più certa pruova che veder se quadra allo ’ntelletto, se lo ’ntel- letto si sente inchinar a prestarle fede. Ma perché, si come non tutti gli occhi, cosi né anche tutti gl’intelletti sono egual- mente ben disposti, egli è pur bene d’andar qualche fonda- mento cercando, per lo quale si possa mostrar la verisomi- glianza d’alcuna cosa anche a quello ’ntelletto che per se stesso come tale non l’apprende. Ed attendete con pazienza^ che, dopo questo poco di scabroso sentiere, per tutto il rima- nente del cammino avrem più dilettevole e piana la strada. V. Dalla verità delle cose fatte si raccoglie il verisimile delle cose finte. — Aristotale nel settimo capo della sua Poetica difinisce il credibile (che quanto al propo- sito nostro è lo stesso che ? verisimile), e dice: Credibile qui- dem est, quod fieri polest. Indi soggiugne: Quae vero nondum facta fuisse scimus, fieri quídem posse parum credimus: quae vero facta fieri quidem potuisse ambigu nemo. Ove due propo- sizioni si raccolgono, le quali ambodue paiono alla verità ed alla stessa dottrina d’Aristotale contradicenti. La prima è questa: Credibile quidem est, quod fieri potest. Ove par che