Pagina:Botta - Supplemento alla Storia d'Italia.djvu/10

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salmente degna dei primi onori. Ma i difetti di elocuzione agevolmente togliere si possono, e tutti i suoi veri amici desiderano ch’egli di per se stesso lo faccia. Secondo quello che scrisse l’Alfieri

( . . . . Stanca in tal guisa, e sazia
«Muore anzi tempo ogni laudevol brama,
«In chi scrivendo merca Itala fama).

egli non raccolse frutto veruno da quest’opera, benchè assai ne raccogliesse il Traduttore, e coloro che la pubblicarono posteriormente in Italia.

Nel 1814 non fece più Parte del Corpo Legislativo, e dopo il 20 Marzo 1815 fu nominato Rettore all’Accademia di Nancy. Al ritorno del Re Luigi XVIII. rimesse egli stesso al suo predecessore la carica esercitata con integrità; e quantunque nominato di poi a quella di Rouen, non ne godè lungamente. Egli rimase, come tuttora rimane, senza impiego, e senza pensione.

Libero allor da ogni cura, scrisse la Storia d’Italia dal 1789 al 1814, di cui non altro diremo fuorchè vede l’Italia moltiplicarsi l’edizioni all’infinito. Pubblicatasi splendidamente in Parigi nello scorso anno 1824, in 4 tomi in 4 pei torchi di Giulio Didot il maggiore, essa avrà luogo nelle più scelte Biblioteche; non senza un segreto rammarico di chiunque rifletta, che dopo la pubblicazione di due opere tanto insigni, l’Autore non si trova in quello stato di largo vivere, di cui abbisognano i coltivatori delle lettere, e che dovuto sarebbe alle sue illustri fatiche.

Poco dopo terminata la storia d’Italia, scrisse in Francese un’altra opera, intitolata Storia de’ Popoli d’Italia, la quale fa parte d’una Biblioteca del Secolo XIX., che si pubblica a Parigi