Pagina:Botta - Supplemento alla Storia d'Italia.djvu/212

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ce, e le scosse violente, che questo improvviso cambiamento ha dato all’equilibrio dell’Italia, e alla tranquillità degli Stati limitrofi di S. M. Imperiale e Reale, han dovuto richiamar la sua più speciale attenzione. Malgrado l’articolo 5 de’ preliminari segreti, in forza del quale le disposizioni a prendersi intorno a’ Veneziani, avrebbero dovuto esser concertate d’accordo comune, e malgrado l’articolo 3 de’ preliminari pubblici, nel quale le due potenze si sono obbligate a fare tutto ciò che sarà in lor potere per contribuire alla tranquillità interna dei loro Stati, si è stabilito con precipitanza senza l’intelligenza, e la partecipazione di S. M. un Governo democratico in Venezia, il quale par che sia particolarmente incaricato a disseminare, e far germogliare i principi antimonarchici nelle provincie austriache limitrofe, e che fin dal primo istante si è permesso ne’ suoi fogli pubblici d’insultar villanamente S. M. Quantunque Venezia sia nella dipendenza assoluta delle forze francesi, si tollerano in quella città certe pretese scuole d’istruzion pubblica, nelle quali, predicando la perversità, si calunniano, e si oltraggiano tutti i Sovrani, e particolarmente S. M. Imperiale. Si dissimulano i manifesti, che le Municipalità pubblicano per eccitare le provincie di Terra-ferma a collegarsi con esse contro il Sovrano, che deve governarle, e non si fa opposizione alcuna agli emissarj, che si spediscono a Parigi, ed altrove, per sollecitar la Francia ad opporsi all’esecuzione degli articoli del trattato di Leoben.

Finalmente si è tanto indifferente agl’intrighi, ed agli sforzi, che i Veneziani impiegano contro l’onore, e l’interesse di S. M. ch’essi si credono autorizzati agli eccessi i più meritevoli di castigo, contro i suoi officiali. Ciò che si contiene ne’ due fogli qui annessi fa conoscere sino a qual’estremità essi potranno spingere la loro audacia, se non si adoperano, senza perder tempo, i mezzi convenevoli a reprimerli. Invano si rigetterebbe su la volontà spontanea de’ popoli quel che è accaduto, e che accade ancora in Venezia. È pubblicamente notorio, che nulla vi si fa, nè vi si può fare, che in seguito degli ordini, o almeno dell’approvazione, e del con-