Pagina:Botta - Supplemento alla Storia d'Italia.djvu/262

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XXXVI. Bonaparte informa il Direttorio di alcuni ammutinamenti, e sopratutto di quello di Lugo, e della calma ristabilita |||
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XXXVII. Bonaparte parla al Direttorio della sua condizione militare, amministrativa, e politica in Livorno |||
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XXXVIII. Bonaparte al Direttorio. Dichiara che Venezia ha cessato dagli armamenti, che somministra delle provvisioni, e le arti ch’egli adopera per farlo continuare |||
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XXXIX. Bonaparte insinua a Faipoult di accarezzare il Governo Genovese sino alla presa di Mantova, e soggiunge che attende dal Direttorio ordini relativi |||
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XL. IL Direttorio approva le operazioni fatte da Bonaparte in Livorno, si confida a lui sopratutto per ciò che riguarda Genova, e gli ordina di far demolire la cittadella di Milano come di un altra bastiglia |||
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XLI. Il Direttorio insiste perchè Mantova sia fortemente stretta, e ragiona con Bonaparte di Venezia dell’Elba, della Corsica, della Toscana. delle sedizioni Italiane, delle mosse dell'esercito del Reno e Mosella |||
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XLII. Lallement invia a Bonaparte la copia della nota presentata al Senato di Venezia intorno all’armamento di questa repubblica, riferisce la conversazione avuta con M. Pesaro, e vi aggiunge le sue considerazioni. |||
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XLIII. Bonaparte ragiona col Direttorio, di Venezia, di Genova, e della Toscana, e gli manifesta le sue vedute |||
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XLIV. Bonaparte informa il Direttorio delle mosse del Re di Napoli, e di ciò ch’egli pensa della corte di Roma, e di Torino |||
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XLV. Bonaparte scrive al Ministro degli affari esteri del Re di Sardegna, dolendosi degli assassinj che si commettono contro i francesi, e domanda una spiegazione |||
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XLVI. Cacault fa sapere a Bonaparte l'inflessibilità della corte di Roma a firmar le condizioni di tregua, consegnando gli oggetti d’arte, e gli dice qualche parola su la corte di Napoli |||
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