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Ermanno a Paolo.
26 Luglio
«Mio caro, io debbo prima di tutto ringraziarti per i tuoi buoni consigli che vorrei poter accettare se entrassero nel mio modo di vedere. — I tuoi sforzi però, ottimo amico, sono come quelli del medico che cerca di combattere un male sconosciuto. Ciò nonpertanto non deve scemare a me la riconoscenza; ora però sono in condizione da abbisognare più dell’opera tua che de’ tuoi consigli. Ti prego di ringraziare Laura per la sua carissima lettera, e dille che le sue parole mi fecero un gran bene.
«Il conte S.... uno de’ miei più affezionati protettori, vuole ad ogni costo che mi ritiri per qualche tempo nella sua villa onde lavorare attorno alla Messa Funebre. — Ciò mi torna molto giovevole, perchè come sai in campagna si è assai più concentrati; mia madre verrà con me, e ci fermeremo colà finchè avrò terminato il mio lavoro.
«Esitai molto prima di accettare, ma il conte mi sollecitò con tanta premura, che infine dovetti accondiscendere. — Tu conosci quel brav’uomo, e sai quanto mi ami, l’interesse e le cure che ei si prende a mio riguardo sono tali che per quanto io faccia, non potrò mai sdebitarmene. — Partirò dopo domani, e ti prego di notificarlo a Laura. Dimmi pure quand’è che la famiglia Ramati lascierà Milano per recarsi in villa, e mandamene l’indirizzo affinchè io possa sapere ove dirigere le mie lettere.
«Attendo sempre quel ritratto. — Ti scriverò poi più a lungo; per ora una stretta di mano, e credimi tuo
Ermanno».