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i conti di ventimiglia 19

Tommaso e cita un testamento che detto C.te Guido avrebbe fatto nel partire per un’impresa di guerra. Egli denomina i suoi figli allo stesso modo e lo dice anche nipote di Alfonso d’Aragona. Ma sebbene col Guichenon altri antichi scrittori, o fra i moderni il Wanderbruck, abbiano ammesso questo documento, non ci pare di doversi ritenere buona tale opinione, dacchè il Guichenon non è autore da ammettere ad occhi chiusi, ed inoltre noi troviamo il C.te Guido di questa seconda epoca col soprannome di Guerra, marito della C.ssa Ferraria d’Albizzola, senza prole: a nessun indizio, nessun documento ci appalesa alcuno dei particolari enunciati.

Nei R. Archivi di Stato si conserva con questa pergamena un sigillo che anticamente doveva esservi appeso1. Esso è di piombo e sebbene nel suo insieme e nei particolari del suo disegno, come l’erudito paleografo Cav. Vayra ebbe la gentilezza di osservarmelo, ci presenti in guisa meravigliosa i caratteri dell’epoca che deve rappresentare, pure vi si vadono le tracce della stentata contraffazione. Sopra uno dei lati è rappresentato il C.te Guido a cavallo, la spada in pugno, sulla gualdrappa uno scudo con leone2, sta in giro in caratteri gotici la leggenda: Guido comes Vintimil. et Lusanae. Su l’altro lato in mezzo on leone araldico di grandi proporzioni e intorno la leggenda Et Marchio Al-

  1. Mon. hist. patr. (Lib. iur. Reip. Jan.).
  2. Stemma dei Conti di Ventimiglia a quell’epoca e poi della città come un atto del 1177 lo addimostra. Il Gioffredo nel suo più antico ms. della storia delle Alpi Marittime esistente nell’Archivio di Stato, dice che alcani Conti di Ventimiglia aveano per stemma un leone leopardato ed altri un castello vicino al mare: posteriormente portarono lo stemma dei Lascaris inquartato col loro, che era al 2° e 3° quarto di rosso al capo d’oro. Tale stemma fu forse loro concesso dalla Repubblica di Genova quando essa investiva nel 1157 Guido Guerra dei feudi da esso ceduti giurava la campagna di Genova insigna rubea ei propterea tradita al ipsis consulitus,