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pine Maritime. Questo leone ha però piuttosto le sembianze di un griffone della Repubblica di Genova a cui si fossero tarpate le ali. Noi troviamo un griffone alato del medesimo disegno in un sigillo illustrato dal Generale Dufour especialmente in quello del Museo di Cluny illustrato dal cavalier Belgrano, che ha per leggenda Sigillum Consullatus Januae in Francia e pare potersi ascrivere all’anno 1220.

Parrebbe probabile che il falsario si fosse servito di un simile modello per l’esecuzione di una delle facce del suo sigillo e per l’altra faccia di una medaglia già esistente, poichè non si accorse che il suo guerriero avrebbe tenuta la spada dalla mano sinistra. In quanto al piombo di cui è formato, il Gioffredo dice a torto che quello fosse privilegio delle cancellerie apostoliche o dell’ordine di Malta, mentre nelle Monete e Sigilli di Casa Savoia del Promis e Cibrario abbiamo trovate citate moltissiine medaglie in piombo di vari potentati e repubbliche.

Quel diploma di donazione, vero o falso che fosse, ai Conti di Ventimiglia ed ai monaci Benedettini assai premeva il conservare: ed a questo fine a più riprese ne fecero ritrarre copie autentiche.

Nel 1304 li 12 luglio sull’istanza di Filippo, conte di Ventimiglia, il P. Sicard, priore di S. Michele, presentò giudiziariamente questa pergamena al Vescovo Ottone: Nos Otho Dei et Apostolicae sedis gratia Vigint. Episc. supradictum privilegium vidimus et legimus et cognovimus non vitiatum esse, nec abrasum, nec in aliqua sua parte abolitum. Il notaio Sartoris ne fece la trascrizione che concorda pienamente coll’atto originale da noi posseduto ed in quella egli afferma ch’esso è antiquum et multum legibile, non tamen cancellatum, rasum, seu abolitum, sex vitiatum in aliqua sua