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i conti di ventimiglia 43

predictis rebus debet esse medietas consulum januensium et medietas marchionum etc. Alla città di Ventimiglia fu posto assedio dal lato di mare a da terra. I suoi abitatori si difesero con energico valore ed a lungo, ma nel mese d’agosto (1140) si videro astretti a schiudere le porte ai vincitori. Questi, occupata la città, spogliarono i conti d’ogni autorità e cominciarono immantinente a costrurre un forte castello che tenesse in briglia la città e li rendesse padroni al posto degli antichi suoi conti.

La loro sovranità sui lidi del Mediterraneo è da quest’ora al tutto terminata, non rimane loro che a sottomettersi ai Genovasi e prestando ad essi omaggio, provarsi a ritenere un ombra di essa. Sul fine di questo mese Oberto, conte di Ventimiglia1, sottomette alla Repubblica a titolo di donazione e di transazione quanto egli possedeva nella città e nel contado il giorno in cui Ventimiglia si è arresa all’armi della Repubblica. I Genovesi vogliono anzi umiliare e sottoporre pienamente quei potenti signori e li costringono a iurare habitaculum Januae et compagnam secundum consuetudinem comitum et marchionum . filii eius debent in Janua uxores accipere et filiae eius virum . si convenionter secundum illarum honestatem facere poterint.

Nel 1146 i Genovesi profittano della loro posizione e quei di Ventimiglia sono obbligati & partire sulle loro galee per combattere i Saraceni sulle coste di Spagna. I Ventimigliesi si comportarono da prodi e Genova per renderseli più ligi li rimunerò di vari privilegi, fra cui potestatem omendi et vendendi in civitate Januae, hanc vero laudem fecerunt quia honorifice in exercitu Almarie et Tortuose se habuerant. Nel 1157 Guido Guerra, conte di Venti-

  1. Doc. 14.