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nel proprio paese, è uno dei più diserti oratori del foro palermitano che pur ne conta di eloquentissimi.

Ci dimenticavamo di dire che nel 1850 caduto in sospetto alla polizia venne arrestato e tradotto nelle prigioni di Stato ove non rimase che tredici giorni mediante l’intercessione di alti personaggi, e sebbene il Manescalco, che allora reggeva in Palermo quello lasciamo giudicare che si chiamava in quel tempo con quanta proprietà di vocabolo — il Buon governo, si scusasse seco lui protestando quell’arresto doversi attribuire ad imperdonabile errore, non veniva meno perciò confinato per 5 mesi.

Da ciò ci giudichi come dovesse agire quella benevola polizia verso coloro i quali aveva fondate ragioni per credere di non sospettare troppo ingiustamente!...



deputato.


È nato in Jesi nel 1821 e trascorse la più infantile età fra le amorose cure dei suoi genitori, i quali si adoperarono onde non crescesse digiuno di quella coltura tanto indispensabile oggidi all’uomo che nasce in una posizione sociale alquanto elevata. Fin da quell’epoca il Colocci nutriva grande predilezione per la virile letteratura dei latini, la quale divenne la prima fonte a cui attinse l’amore per la libertà e per la gloria d’Italia.

All’età di 17 anni fece i primi passi nella vita po litica e fu ricevuto nella chiesa militante italiana, la cui opera in quel tempo (tranne ii preparativi di alcune spedizioni che mai non ebbero effetto) restringevasi alla diffusione dell’idea italiana e del catechismo politico dimorante allora fra i liberali delle nostre provincie, il quale era prettamente repubblicano.

Venuto il 1848 fece il proprio dovere di buon cittadino, militando semplice soldato fra i volontarî nel Veneto fino a che la capitolazione di Treviso lo ricondusse in patria. Nel 1849 i suoi compaesani lo eles-