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tentare una temerariissima impresa, contro i Francesi che occupavano Roma.

Il marchese Pallavicino, da quell’onest’uomo che è, rispose con prontezza e franchezza commendevolissime: esser vero che il Garibaldi chiamasse tutto di la gioventù alle armi, con quale scopo, egli ignoravalo; ma se ad ogni modo al Governo premesse d’impedire quegli armamenti, o di dirigerne, e di moderarne in un senso o nell’altro l’andamento, non si rivolgesse a lui, che sapeva esser troppo stretto amico del Garibaldi, per fargli da censore, o da oppositore; piuttosto, lo richiamasse dal posto affidatogli, e questo posto concedesse a persona, che fosse in caso di fare ciò ch’egli a niun patto, voleva o poteva.

Aggiunse, che non offriva la propria dimissione, perchè credeva non fosse convenevole il darla, nelle circostanze difficili in cui si trovava la Sicilia, ma che consigliava il Governo, a richiamarlo, e a mettere in suo luogo una persona che avesse potuto agire, con tutta la prontezza e l’efficacia necessaria.

Questo modo di trattare del marchese Pallavicino, fu a parer nostro, onestissimo e degno di lui; se il Rattazzi invece di aspettare più di cinquanta giorni a prendere una decisione, ne avesse, come il Pallavicini indirettamente gli consigliava di fare, adottata subito una subitanea ed energica, egli è evidente, che si sa rebbe potuto evitare, l’incresciosissimo dramma d’Aspromonte.

Inviato il Cugia a Palermo, il Pallavicino gli cedette il luogo, e si ricondusse a Torino. Intanto Garibaldi lasciava il campo di Ficuzza, evitava la colonna del generale Mele, o piuttosto era evitato da esso, entrava in Catania, e dopo aver vanamente tentato di farsi padrone della città mediante l’energia e l’abilità spiegata dal comandante generale della guardia nazionale, marchese di Casalotto, salpava per le sponde della Calabria, ove riusciva a prender terra, per incontrarsi sulle giogaie d’Aspromonte, nella colonna del generale Pallavicini che s’impadroniva, nel modo a tutti noto, dell’eroe ferito.

Come era naturale, tutti quelli, i quali contribuirono