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Della Rocca nel giorno 23 approfittando della dolorosa esperienza dei giorni precedenti si affretto a dare migliori disposizioni, e che istruzioni ed ordini meglio dettagliati e più precisi erano trasmessi alle truppe (idem); ma basta leggere queste istruzioni date, nel giorno 23 e segnatamente quelle che meglio avrebbero giovato a prevenire i più gravi fra gl’inconvenienti lamentati in piazza San Carlo, per convincersi senz’altro com’esse avrebbero potuto essere date dal gran comando per le sole sue attribuzioni ordinarie, anche nel giorno 22, senza che perciò avesse avuto bisogno di ottenere dal ministero più estesi poteri.

II.

«Ma questi poteri furono essi dati? e quando?

«A chi ponga mente con animo imparziale ai rapporti dell’autorità civile coll’autorità militare nel giorno 21 e nel giorno 22 apparirà manifesto che nei due giorni essi furono differenti, e ciò basterebbe per sè solo e senza alcun altra prova a dimostrare che fra questi due giorni era intervenuto un fatto che aveva modificati i rapporti medesimi.

«Ed invero nel giorno 21 il questore, conformandosi agli ordini del ministero, fece egli la richiesta della guardia nazionale, e non potendo ottenerla, richiese poscia le truppe.

«D’altra parte il ministro dell’interno, informato dalla questura medesima che il municipio inviava per la città alcuni drappelli della guardia nazionale, ma non a disposizione della questura (Lettera del Questore al Ministro dell’interno del 21 settembre) si affrettava a scrivere al generale della Guardia nazionale nei seguenti termini:

«Essendo necessario che la direzione dei provvedimenti di sicurezza pubblica sia concentrata nell’autorità che si è responsabile, io invito la S. V. illustrissima a volersi compiacere di prendere i debiti concerti col questore, dipendendo da quell’autorità il dare le disposizioni cui là S. V. dee cooperare» (Lettera del Ministro dell’interno al generale della Guardia nazionale del 21 settembre).