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trato entro le terre degl’Indiani, visitato Cuba e le Antille, il conte Francesco rimpatriò alla fine del 1838, dopo che Ferdinando I d’Austria ebbe concessa un’amnistia senza condizioni, e sul terminare del 1839 tolse in moglie la contessa Carolina Fontanelli figlia del generale e ministro della guerra del regno italico.

Si fu verso il 1845 che l’Arese, in cui l’amor patrio e l’avversione allo straniero dominio mai non quotavano, cominciò ad avviare intelligenze ed accordi con Cesare Balbo, Massimo d’Azeglio, Lorenzo Valerio ed altri caldi italiani di varie provincie, onde promuovere ed affrettare la grand’opera dell’italiano riscatto. E questa eccitata, maturata, preparata di lunga mano, si tradusse infine nelle riforme piemontesi e nella stupenda rivoluzione lombarda, già preceduta dal generoso sollevamento di quell’eroica Palermo, verso la quale sono ora conversi gli sguardi di tutto il mondo civile.

Il conte Francesco venne tosto da Milano inviato a Torino, onde recarvi quella maravigliosa novella, ed invocare gli ajuti del magnanimo re Carlo Alberto, che, pressato dalle istanze del bollente lombardo, ebbegli a rispondere le seguenti precise parole:

— Domani, dinanzi al mio palazzo, sfilerà la guarnigione di Torino, con alla testa uno de’ miei figli, e si porterà alla frontiera. —

Il Re mantenne lo propria promessa, e l’Arese dal canto suo tolse il comando d’una compagnia di volontari e con essi fece tutta la campagna fin presso alla resa di Peschiera.

Ma la patria avea d’uopo d’altri e più rilevanti servigi da lui, ed egli, sempre pronto ad inchinarsi al benchè menomo di lei cenno, lasciò il campo per accettare una missione affidatagli dal governo provvisorio di Milano appo la corte di Baviera, ove tuttavia, per austriaca pressione, non ebbe ad essere ricevuto.

Posteriormente il re Carlo Alberto lo nominò suo inviato straordinario a Parigi, onde complimentarvi il principe Luigi Napoleone, eletto a presidente della repubblica francese, e ad invocarne l’alleanza a prò della seconda guerra d’indipendenza che stavasi per guerreggiare in Italia.