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Sofonisba Anguissola. 105


che il duca d’Alba, veduto il valore di lei, ne invaghì Filippo II, che commise al duca di Sessa, governatore di Milano, d’invitarla a trasferirsi a Madrid. Chiamata a Milano, fu da quel duca trattata con ogni maniera di cortesie. Ella gli fece il ritratto, e ne fu regiamente ricompensata. L’anno 1559 si avviò a Madrid accompagnata da due gentiluomini e due dame, e servita da sei staffieri. Giunta colà ebbe un molto nobile e comodo appartamento in palazzo. Ritrasse la regina ed il re, e questo per parte sua ne la rimeritò con una pensione annua di dugento scudi. Ritrasse poi Carlo, il principe, ornato d’una veste di pelle di lupo cerviero, e ne ebbe in dono un diamante del valore di 1500 scudi.

Papa Pio IV s’invogliò anch’egli di avere alcuna cosa di mano della Sofonisba, e le chiese il ritratto della regina di Spagna. Ella lo fece, lo spedì con una bella lettera, e n’ebbe in cambio una onorevole risposta e molte cose devote fatte di materie di gran prezzo. Gli mandò poi anche quello della principessa sorella del re di Spagna.

Nobile di nascita, bellissima d’aspetto, come già notammo, graziosa in ogni suo tratto e gesto, di soavissimo cantare e di buone lettere, ella venne ogni dì più in favore del re. Egli la elesse fra l’altre dame alla custodia dell’infanta. Deliberando poi di maritarla altamente, ella gli chiese di grazia di unirla ad uomo italiano. Onde egli la accasò con don Fabrizio di Moncada, ricco e nobile cavalier siciliano, con dote di scudi dodicimila in contanti, ed assegnolle un’annua pensione di mille ducati, sopra la dogana di Palermo, per sè e per quello de’ suoi figliuoli, al quale ella avesse voluto la-