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218 Donne illustri.


forti studi. Nel 1846 pubblicò senza nome l’Essai sur la formation du dogme catholique. Nel 1848 prese parte all’insurrezione di Milano. Bandita e sequestratele i beni, si trasferì a Parigi, dove i più gran letterati, Mignet, Agostino Thierry, ecc., la corteggiarono. Scrisse nella Libérté de penser. Nel 1850 pubblicò nel National i suoi Souvenirs d’exil, dove ci ricordiamo la burlesca frase sul Massari, tromba del Gioberti: la lèvre enflèe d’emphase, la bouche macaronique. Nel 1851 pubblicò le Notions d’Histoire à l’usage des Enfants. Datasi poi a lontani viaggi, ne pubblicò relazioni nella Revue de deux Mondes. Di qua uscirono i suoi volumi. Asie mineur et Syrie 1868. 'Scènes de la vie turque. Emina, Récit turco-asiatique, Leipzig 1856.

Venutane l’amnistia di Francesco Giuseppe ella rientrò nei suoi beni. Liberata la Lombardia si ricondusse in Milano, dove continuò a scrivere. Ella pubblicò l’Histoire de la Maison de Savoie nel 1860.

Un nostro amico ne parlò così:

«La fortuna di Casa Savoia, che ha intrecciati e immedesimati i suoi progressi al sorgere ed all’ampliarsi del Piemonte, la mesce e congiunge ora al rinnovamento ed alla ricostituzione d’Italia. Così confusi i destini della dinastia e della patria, diventano indissolubili. Questa felice unione, in cui mette capo la storia di Casa Savoia, fa credere ad una sua missione provvidenziale; e la principessa di Belgioioso, al lampo di quest’idea, ripercorre la serie dei tempi, da Umberto Biancamano a Vittorio Emanuele II. Certo, nel corso di questi otto secoli, la divina missione di far l’Italia poteva credersi meglio commessa a Venezia, o a qualche