Pagina:Campanella, Tommaso – Poesie, 1915 – BEIC 1777758.djvu/68

Da Wikisource.
62 scelta di poesie filosofiche


denota spirito ignaro a muover le sue strumenta; et sic de caeteris. Qua si vede che piú segnali di bene hanno i maschi, cioè sono piú begli, perché hanno note di valore e senno piú che le femmine; e però piú sono amati, che non aman quelle. Nota quella sentenza: che, se un uomo dentro e fuori è tutto ben formato, senza nulla bruttezza, è ottimo e dotato di tutte virtú naturalmente. Questa total bellezza vogliono che sia stata in Giesú, Dio incarnato, ed in Adamo, fatto della man di Dio. Poi dice che la beltá in ogni modo, o tutta o parziale, è segno di qualche bene, e la venustá, overo graziositá, è segno di qualche bello; ma né anche beltá di tutti i beni, né venustá d’ogni bello, perché spesso sono testimoni falsi. Finalmente dichiara che la venustá consiste in certi segni ed atti formati al gusto solo di quel che par grazioso, e non di tutti; perché quello è atto ad infarsi bene di tal atto, e non gli altri.

madrigale 9

Giovane bella, sugosa e valente
promette lunga vita, e nutrimento
al seme, ed a noi gioia, onde può tanto.
Se poi non truovi sí dolce il contento,
com’ella addita, par brutta repente;
e se fraude, fierezza e stranio ammanto
l’infetta sí, che piú nuoce che giuova,
par brutta come un simulato santo.
Ricchezze e onor, di virtú testimoni,
son be’, ma piú i demòni,
che que’ dati a’ non buoni,
ché di commuti rovina son gran pruova.
Bello è il mentir, se a far gran ben si truova.
Or, s’ogni cosa in noi può, al mal soggetti,
bella in qualch’uso farsi, a Dio ed al mondo,
dove ha infiniti ognuna usi e rispetti,
quanto fien belle, e piú l’Autor giocondo!

Dice che può tanto innamorarci la bella donna sugosa e valente, perché ci dá segno di vita in sé molta, ed a noi di poterci