Pagina:Campanella, Tommaso – Poesie, 1938 – BEIC 1778417.djvu/125

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scelta di poesie filosofiche 119


perché non può mutarsi, s’egli ha cosí ordinato: perché ogni mutamento è qualche morte, secondo sant’Augustino; dunque, ecc. Queste ragioni sono risolute in Metafisica e Teologia; ed appresso risponde in parte.

madrigale 3

Io pur ritorno a dimandar mercede,
dove ’l bisogno e ’l gran dolor mi caccia.
Ma non ho tal retorica né voce,
ch’a tanto tribunal poi si confaccia.
Né poca caritá, né poca fede,
né la poca speranza è che mi nuoce.
E se, com’altri insegna, pena atroce,
che l’anima pulisca e renda degna
della tua grazia, si ritrova al mondo,
non han l’alpe cristallo cosí mondo,
ch’alla mia puritade si convegna.
Cinquanta prigioni, sette tormenti
passai, e pur son nel fondo;
e dodici anni d’ingiurie e di stenti.

Dice che ritorna a pregare, confidato non in retorica né in argomenti, ma nella fede e speranza e caritá, che non gli mancava, e ne’ tormenti lunghi ed atroci, che poteano averlo purificato e reso degno e congruo d’essere esaudito. E pure s’inganna, come mostra nella Canzone a Berillo.

madrigale 4

Stavamo tutti al buio. Altri sopiti
d’ignoranza nel sonno; e i sonatori
pagati raddolcîro il sonno infame.
Altri vegghianti rapivan gli onori,
la robba, il sangue, o si facean mariti
d’ogni sesso, e schernian le genti grame.