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Pagina:Canestrini - Antropologia.djvu/88

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o era il segno del sole, e noi la troviamo nelle parole ob dei Fenici, nel sol dei Latini, nel soleil dei Francesi e nella sonne dei Tedeschi, come nel nostro sole.

I sentimenti e la loro espressione. — Il matrimonio ed i rapporti di parentela di un figlio con suo padre e con sua madre ci sembrano tanto naturali e tanto evidenti, che siamo disposti a considerarli come caratteri essenziali della specie umana. La cosa, tuttavia, è ben lungi dall’essere tale. Le razze inferiori non hanno l’istituzione del matrimonio; il vero amore è quasi sconosciuto fra loro, e il matrimonio, nelle sue fasi più basse, non è in modo alcuno un affare di affetto. Gli Ottentoti sono tanto freddi ed indifferenti gli uni verso gli altri, che quasi si è tratti a pensare che l’amore non esista fra loro. Fra i Koussa Kaffir non entra nel matrimonio alcun sentimento d’amore. Alcuni selvaggi non hanno parole per esprimere caro o amatissimo. Nè fra gli Osage, nè fra i Cherokee si trova un solo sentimento poetico o musicale, fondato sopra una tenera passione fra i due sessi. Nello Yariba (Africa centrale) il matrimonio è celebrato dagli indigeni colla maggiore indifferenza possibile; l’affetto è al tutto estraneo a tale questione. Fra i Mandingos il matrimonio non è altro che una forma sistematizzata di schiavitù. Le tribù delle colline del Chittagong, nell’India, considerano il matrimonio come una semplice unione animale e conveniente; esse non hanno alcuna idea di tenerezza, nè di nobile devozione. Fra i Gayucuru del Paraguay i legami del matrimonio sono tanto leggeri che, quando le due parti non si