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570 propagazione del gelso.

taneamente. Quest’epoca generalmente è nel mese di giugno. Epperò, preparato convenientemente il terreno, si faccia la semina, subito dopo che si raccolsero i semi sul fondo del recipiente in cui vennero schiacciati i frutti, senza tampoco lasciarli asciugare all’ombra.

Qualora poi si volessero seguir meglio i precetti naturali nella semina del gelso, che lascia cadere il frutto in una stagione caldissima ed ordinariamente asciutta, dovrebbesi seminare il frutto intiero, colla propria parte polposa, la quale servirebbe a mantenere l’umidità necessaria al rammollimento degli involucri del seme, ed alla prima germinazione. Un’altra cautela da usarsi seminando in quest’epoca, è quella di mantenere il seme all’ombra, come se fosse riparato dall’ardore dei raggi solari per mezzo delle frondi della pianta madre. Perciò, sul terreno seminato, si disporranno delle stuoje, o dei cannicci, alti un metro da terra; come pure vi si potrà supplire ricoprendo il terreno con foglie secche, con paglie e stramaglie, con frondi rivestite di foglie e conficcate nel terreno; oppure anche seminando assieme, o fra gli spazi, delle altre erbe che nascano e crescano prima del gelso, quali sono il miglio, la canapa, ecc.

In quest’epoca la semina, fatta con semi fecondi, può dirsi sicura; ed allorquando si temesse di forti geli nel verno, si potrà ricoprire il seminato con stramaglie, eriche o brugo, ma non consiglierò mai di aspettare la vegnente primavera per disporre le sementi nel terreno. Oltre alla facilità di guastarsi che hanno questi semi, se la semina vien fatta presto in primavera, il caldo non è sufficiente per la loro pronta germinazione, si rammolliscono, si alterano e marciscono nel terreno; e talvolta le forti e continuate piogge, oltre al raffreddare di troppo il terreno, lo indurano e vi formano una crosta superficiale, che i semi nascenti non possono rompere, e che difficilmente si potrebbe togliere senza manometterli.

Il terreno da disporsi pel semenzajo dev’essere piuttosto sciolto, lavorato profondamente, mondo dalle erbe cattive, ed ingrassato discretamente con letame minuto. Questo terreno si divida in varie ajuole, larghe non più di 1m,25; ed in esse si traccino 4 linee o solchetti, distanti fra loro 0m,25 e profonde 0m,03, disponendovi poscia a mano i semi od i frutti; in seguito si ricopra leggermente appianando la terra col rialzo dei solchi; e si difenda il seminato dall’azione dei raggi solari.