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educazione artificiale. 611

scita dura circa tre giorni; e devesi far in modo che non solo siano distinti fra loro i bigatti d’ogni scatoletta, ma eziandio quelli d’un giorno da quelli d’un altro, e, se fosse possibile, anche quelli del mattino da quelli della sera.

Le larve appena nate vengono nei primi due o tre giorni tenute in locali riscaldati a 23°, finchè vengono distribuite a ciascuna famiglia incaricata della loro educazione; dove sono allestiti locali cogli opportuni attrezzi e riscaldati parimenti a 23° circa.

§ 620. Osserviamo ora se dai precetti naturali si possano tirar norme utili per l’educazione artificiale del baco da seta.

Epperò, avanti tutto, sembrami esser inutile il riporre in locali freschi, per esempio in cantine, la semente dopo ch’ella fu deposta sui panni, adducendo per motivo il timore che possa nascere o soffrire pel caldo estivo. È vero che sui panni, ove furono deposte le uova, nei primi sei o sette giorni, scorgonsi talvolta alcune larve appena nate, ma queste sono un’anomalia, e derivano forse dalle farfalle di quei bigatti che, un giorno o due dopo la quarta muta veggonsi filare il bozzolo. Per regola generale però le uova dei bigatti a quattro mute che si educano fra noi non si schiudono che dopo dieci mesi circa, cioè un anno dopo la comparsa delle larve dalle quali ebbero origine. Voi potreste esporre questa semente ad una temperatura anche di 40°, che non vedreste schiudersi un solo uovo. Inutile è dunque il riporre i panni in locali freschi perchè non nascano le uova; che anzi, non potrebbe ciò essere di danno? Io ne dubito. Il fresco e l’umidità delle cantine deve infatti opporsi alla regolare e robusta costituzione dell’uovo, ed esser quindi causa di future larve deboli e malaticcie. Se naturalmente il baco nasce in primavera, è che esso abbisogna d’un calor crescente non solo per tutta la sua vita, ma eziandio per la giusta costituzione delle proprie uova. Ciò dunque sarebbe un contrariare la natura per assecondare un pregiudizio od un vano timore. Si dice che nelle cantine, la temperatura poco variando dalla state all’inverno, l’uovo risente quasi per nulla le differenze di caldo e di freddo, e deve conservarsi assai meglio. Ma anche questo è un pregiudizio; la semente ben costituita e che si è resa robusta pei calori estivi, può sopportare assai bene i freddi jemali, ed una temperatura anche di -15° o -20° gli è affatto innocua. Nella pratica adunque si procurerà di conservare la semente in qualche locale asciutto, ven-