Pagina:Carli - Dell'anfiteatro di Verona, 1785.djvu/28

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tutto ciò, che apportò nelle Gallie indugio a Vitellio dopo la notizia recatagli della vittoria di Bedriaco: riflessibile essendo ch’entro lo spazio non maggiore d’un mese egli abbia in suo viaggio eseguite le tante cose, che accenno, e che descrive l’istorico. Fra le quali non si può non riflettere (giacchè a tal luogo tanto ciò rimarca anche Tacito)1 agli avidi, ed incontinenti appetiti della sua gola, per cui d’Italia e di Roma venir faceva i condimenti più eletti, mettendo a contribuzione i mari dall’un clima all’altro. Dovevano gli apparati e le pompe di tanti conviti, ne’ quali asciugavansi le sostanze de’ grandi, anzi delle istesse città, oltre il viaggio del Principe, anco le marchie rallentar de’2 soldati inviliti di svogliatezza fra l’eccesso di tanti piaceri. Giunse ei finalmente in Torino. Quivi si fu che preso da sospetti del vinto esercito, ed all’occasione d’alcuni tumulti da private querele insorti tra soldati, delibe-


  1. Ex Urbe atque Italia irritamenta gulæ gestabantur, strepentibus ab utroque mari itineribus: exhausti conviviorem apparatibus principes civitatis; vastabantur ipsæ civitates. Tac. hist. lib. 2.
  2. Degenerabat a labore, ac virtute miles assuetudine voluptatum. ibid.