Pagina:Carli - Noi arditi, 1919.djvu/49

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desimi di tre giorni addietro. È necessario che il nemico non sposti dal Grappa alcun Reparto, e perciò gli si deve far temere con attacchi risoluti che il colpo mortale può essergli vibrato su quella fronte.

Le Fiamme si prodigano anche questa volta senza risparmio.

Alle ore 9,34 gli Arditi, impazienti della lunga attesa, scavalcano le trincee, passano i reticolati e puntano energicamente sulle posizioni avversarie. Il tempo è pessimo. Fa freddo e una nebbia densissima, accompagnata da nevi sottile e noioso, copre tutto. Le condizioni di visibilità sono disastrose e ciò favorisce l'avversario più che noi, in quanto i tiri di sbarramento con artiglieria e mitragliatrici sono già calcolati e preparati.

Le prime trincee dell’Asolone sono raggiunte e sorpassate di corsa e la lotta viene portata più avanti possibile. I nidi di mitragliatrici, bene protetti infliggono al Reparto perdite assai gravi, ma gli austriaci ne subiscono di gravissime. Sempre combattendo, distruggendo chi tenta di resistere, aprendosi la strada con pioggie di petardi e con getto di liquidi infiammati catturando uomini e mitragliatrici, gli Arditi avanzano.

Quasi non ci si vede ed i nostri si devono riconoscere gridando il nome del loro maggiore.


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