Pagina:Caro, Annibale – Opere italiane, Vol. I, 1912 – BEIC 1781382.djvu/64

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i sensi, il Petrarca avrebbe risposto con queste tre altre: ’ ne pensi, ragioni e scriva Si come si vede che non ne lasciò niuna delle tre sopradette, senza risposta, in quel sonetto:

Io son si stanco di pensar, si come».

Primieramente la vostra scrittura fu autenticata in Banchi: e da una gran moltitudine di copie che ne furon fatte, si può vedere che nessuna dice altramente. Ma io non sono tanto scrupuloso, che non mi voglia contentare che si ritragga un’altra volta; massimamente che vengo a tirar la posta doppia, anzi in piú doppi, perché, invece di una sciempitá, ne venite a dir molte. E che ciò sia vero, io prego quelli che leggono, che, dando un’occhiata al sonetto che voi citate del Petrarca, considerino prima quel ch’abbia da fare l’essempio allegato con questa figura. Ma, posto che faccia ancora a proposito, chi non sa che la variazion delle figure si fa per ornamento, e non per necessitá? Chi non sa che le lor forme son pur assai e diverse, cosi fra loro, come nelle lor parti? E questa della rispondenza spezialmente, oltre alla risposta di tre per tre, non si può fare che alle tre rispondano due? non si può fare che due rispondano a quattro? non si può fare che una sola risponda a due, a tre, a quattro e a piú? Or, se in tutti questi modi e in piú altri si può dire, come vi mostrerò, e nessun d’essi è necessario, perché volete che ’l Caro sia astretto di farlo, e dove non gli pare, e dove anco non si ricerca? Io voglio che sappiate ch’egli, ricordandosi di questa figura, aveva detto prima:

Si ch’io ne pensi, ne ragioni e scriva.

Poi quella rima vicina di «sensi» e «pensi» gli diede noia. Gli parve ancora che non ci fosse il compimento del suo desiderio, il qual era di ragionarne e di scriverne con quella altezza che si conveniva al soggetto. Gli parve che ’l verso avesse piú dell’umile e manco del sonoro. Gli parve che quel «pensi» fosse anco superfluo, perché non si può ragionare né scrivere senza pensare. Gli parve alla fine ch’avesse troppo dello stirato e poco del saldo, d’andar dietro a queste minute diligenze,