Pagina:Caro, Annibale – Opere italiane, Vol. I, 1912 – BEIC 1781382.djvu/74

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d’Europa, e di quant’anco il sol circonda: di tesori e di popoli e d’altari, ch’ai nostro vero nume erge e mantene, di preziose vene,

d’arti e d’armi e d’amor madre feconda.

Che dite ora: questi genitivi «di tesori e di popoli», ecc. son generati da «madre feconda» o da sterile? Non vedete che «amene» tanto ha da far con loro, quanto il vostro intelletto col vero? Non v’accorgete che aviene a voi come a chi torce il regolo, e poi guarda se la linea è dritta? Non conoscete che questa vostra stitichezza vi manda vertigini al capo? e che la perversitá dell’animo vi fa guercio degli occhi? Or andate a purgarvi dell’una e dell’altra, e vedrete se ’l Caro o voi fate la discordanza che dite. Chi vuol vedere un pulcin nella stoppa, guardi dove voi siete entrato, e come vi portate nella seconda dichiarazione, ch’avete voluto fare sopra questo loco. E chi non ride degli intrichi che voi vi fabricate da voi stesso per destricarvene, non credo che ridesse anco di veder l’asino mangiare i cardi. E chi intende il pigolare che vi fate su, si potrebbe tener da piú di quel turcimanno, che interpretava il cicaleccio de’ passeri.

Castelvetro — Opposizion IX

«Novella Berecintia», ecc. Strano trapasso, senza consolazione, da paese a iddee: né credo che se ne mostrasse essempio appresso a lodato scrittore.

Predella

Buezio mio da bene, ancora qui volete un poco della vostra «consolazione». Date piú tosto una drizzata a quel regolo, e fate che le linee vadano parallele, che non vi ci parrá né si gran distanza, né si strano trapasso, come voi dite. Ha chiamata la provinzia della Francia «madre feconda»: la vuol comparar con