Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1912 – BEIC 1785736.djvu/434

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differente da quella delFAzzoguidi e sembra eseguita sopra altro testo. Un esempi, trovasi nella Spenceriana di Londra; un altro è descritto nel cat. Boutourlin, n. 197.

L’ed. del De Dacia, Hain, 4694 (cfr. Proctor, p. 450) è in f.°; s. 1 .; ff. 117 (Reichling, ff. 120) non num., né segn.; 2 coll.; 41-42 1 .; carat. rom.; s. lett. iniz. Revelazioni. A f. 2& comincia: «Como per virtú de sante oratione se unisce la anima con Dio, et corno questa anima de la quale se parla qui, essendo elevata in contemplacione, adomandava quactro petecione al summo Dio». Il colofono: «Anno m.cccc.lxxviii., die vero vícesima octaua mensis aprilis, impressimi per discretum virimi Bernardum de Dacia». Il Brunet [Man. du libr.) dice:... «la souscription est tcllement identique avec celle que porte l’édition de Naples (per Fr. N.) qu’il parait que l’une des deux a été copiée sur l’autre, en changeant seulement le nom de l’imprimeur. Ce dernier, Bernardin de Dacia, ne figure dans aucune autre édition connue jusqu ’ ici, et l’on ignore mime le lieu oú il a exercé sa presse». Il Panzer ( Annales typ ., iv, p. 18, n. 115): «De typographo hoc Bernardo de Dacia ubique est silentium». Il Giustiniani [Saggio stor.-crit. sulla tipografia del Regno di Napoli , Napoli, 1793), ritenendo anch’egli unica ed. quella di Frane. N. e del De Dacia, supponeva che i due tipografi se la fossero divisa, ponendo ciascuno il proprio nome sulle copie di particolare proprietá. L’Olschki [A proposito di un documento per la storia della tip. napol. nel sec. xv, in La bibliofilia , 3,1901-02) non accetta l’ipotesi del Giustiniani perché, egli dice, confrontando le note bibliografiche del Dibdin alle due edizioni (n. 47 e 48 del cat. della Cassano-Serra nella Iohn Rylands library di Manchester) vi si trovano differenze. Un esempi, del De Dacia è nella Riccardiana di Firenze; un altro era posseduto dal bibliofilo napoletano Francesco Antonio Casella.

Tammaro de Marinis [Per la storia della tip. napol., Napoli 15 maggio 1901) fu il primo a pubblicare un contratto da lui rinvenuto nell’Arch. notarile di Napoli, nel quale figurano Giovanni Stanigamer di Landsberg e Werner Raptor di Marburg come tipografi in Napoli. L’ed. firmata «Raptor» è cosi descritta dal Reichling [Appendices ad Hainii-Copingeri Repert. bibliogr., additiones et ernendationes, fase. 11, p. 27, Monachi 1905-11): Libro della diurna doctrina... [Neapoli] Wernerus Raptor de Hassia, 1478, 28 apr. In 4 0 ; carat. rom. ff. 118 non num., né segn.; 2 coll.; 42 1 .; s. lett. iniz. Il colofono: Anno MCCCCLXXVIII