Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1928 – BEIC 1786681.djvu/112

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CAPITOLO LIX

Come, esercitandosi nel timore servile, el quale è stato d’imperfezione (per lo quale s’intende el primo scalone del santo ponte), si viene al secondo, el quale è stato di perfezione.

— Perché Io ti dissi che neuno poteva andare per lo ponte né escire del fiume che non salisse i tre scaloni, e cosi è la veritá: che salgono chi imperfettamente e chi perfettamente e chi con grande perfezione.

Costoro e’ quali sonno mo,ssi dal timore servile hanno salito e congregatisi insieme imperfettamente. Cioè che l’anima, avendo veduta la pena che séguita doppo la colpa, saghe e congrega insieme la memoria a trarne el ricordamento del vizio, lo intelletto a vedere la pena sua che per essa colpa aspetta d’avere; e però la volontá si muove ad odiarla.

E poniamo che questa sia la prima salita e la prima congregazione, conviensi esercitarla col lume dell’intelletto dentro nella pupilla della santissima fede, raguardando non solamente la pena ma el frutto delle virtú e l’amore che Io lo’porto; acciò che salgano con amore co’piei dell’affetto, spogliati del timore servile. E facendo cosi, diventaranno servi fedeli e non infedeli, servendomi per amore e non per timore. E se con odio s’ingegnaranno di dibarbicare la radice dell’amore proprio di loro, se sonno prudenti costanti e perseveranti, vi giongono.

Ma molti sonno che pigliano el loro cominciare e salire si lentamente, e tanto per spizzicone rendono el debito loro a me, e con tanta negligenzia e ignoranzia, che subbito vengono meno. Ogni piccolo vento gli fa andare a vela e voltare il capo a dietro, perché imperfettamente hanno salito e preso el primo scalone di Cristo crocifisso; e però non giongono al secondo del cuore.