Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1928 – BEIC 1786681.djvu/201

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le battaglie del dimenio, si come nel secondo stato imperfetto Io ti narrai. Costoro dicono, per inganno di loro medesimi, ingannati dalla propria volontá, la quale ti chiamai «volontá spirituale» : — Io vorrei questa consolazione e non queste battaglie né molestie del dimonio; e giá non el dico per me, ma per piú piacere a Dio e averlo piú per grazia nell’anima mia, perché meglio mel pare avere e servirlo in questo modo che in quello. — E cosi per questo modo spesse volte cade in pena e in tedio, e diventane incomportabile a se medesimo; e cosi offende il suo stato perfetto e non se n’avvede, né che vi caggia dentro la puzza della superbia; ed ella vi giace, però che, se ella non vi fusse, ma fusse veramente umile e non presuntuoso, vedrebbe col lume che Io, dolce e prima Veritá, do stato e tempo e luogo e consolazioni e tabulazioni secondo che è necessitá alla salute vostra ed a compire la perfezione nell’anima alla quale Io l’ho elette. E vedrebbe che ogni cosa do per amore; e però con amore e riverenzia debba ricevere ogni co,sa. Si come fanno e’ secondi (cioè che viene il terzo), de’ quali Io ti dirò, che sonno questi due stati che stanno in questo perfettissimo lume.

CAPITOLO C

Del terzo e perfettissimo lume della ragione. E dell’opere che fa l’anima quando è venuta a esso lume. E d’una bella visione che questa devota anima ebbe una volta, nella quale si tratta pienamente del modo da venire ad perfetta puritá, e dove anco si parla del non giudicare.

— Questi cotali (ciò sonno e’terzi, che viene secondo a questo), gioliti a questo glorioso lume, sonno perfetti in ogni stato che essi sonno. E ciò che Io permetto a loro, ogni cosa hanno in debita reverenzia, si come nel terzo stato dell’anima e unitivo Io ti feci menzione. Questi si reputano degni delle pene e scandali del mondo, e d’essere privati delle loro consolazioni proprie di qualunque cosa si sia. E come si reputano degni delle pene, cosi si reputano indegni del frutto che séguita a loro doppo