Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1928 – BEIC 1786681.djvu/30

Da Wikisource.

modo: che l’anima tutte le potenzie sue dirizza a servire me virilmente con ogni sollicitudine, e il prossimo ama con affetto d’amore ponendo la vita del corpo per salute dell’anime, se fusse possibile, mille volte; sostenendo pene e tormenti perché abbi vita di grazia. E la substanzia sua temporale pone in utilitá edi in sovenimento del corpo del prossimo suo.

Questo fa el lume della discrezione che esce della caritá. Si che vedi che discretamente rende e debba rendere, ogni anima che vuole la grazia, a me amore infinito e senza modo, e al prossimo (col mio amore infinito) amare lui con modo e caritá ordinata, come detto t’ho, non rendendo male di colpa a sé per utilitá altrui. E di questo v’amuni santo Pavolo quando diisse che la caritá si debba prima muovere da sé; altrimenti non sarebbe utilitá altrui d’utilitá perfetta. Ché quando la perfezione non è nell’anima, ogni cosa è imperfetta: e ciò che aduopera e in sé e in altrui. Non sarebbe cosa convenevole che per salvare le creature, che sonno finite e create da me, fussi offeso Io, che so’ Bene infinito ; piú sarebbe grave solo quella colpa, e grande, che non sarebbe il frutto che farebbe per quella colpa.

Si che colpa di peccato in veruno modo tu non debbi fare; la vera caritá il cognosce, perché ella porta seco el lume della santa discrezione. Ella è quello lume che dissolve ogni tenebre, e tolle la ignoranzia, e ogni virtú condisce; e ogni strumento di virtú attuale è condito da lei. Ella ha una prudenzia che non può essere ingannata; ella ha una fortezza che non può essere venta; ella ha una perseveranzia grande infino al fine che tiene dal cielo alla terra, cioè dal cognoscimento di me al cognoscimento di sé; dalla caritá mia alla caritá del prossimo. Con vera umilitá campa e passa tutti e’lacciuoli del dimonio e delle creature con la prudenzia sua. Con la mano disarmata, cioè col molto sostenere, ha sconfitto el dimonio e la carne con questo dolce e glorioso lume, perché con esso cognobbe la sua fragilitá, e cognoscendola le rende il debito dell’odio. Ha conculcato el mondo e messoselo sotto e’ piei dell’affetto. Spregiandolo e tenendolo a vile n’è fatto signore, facendosene beffe.