Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1928 – BEIC 1786681.djvu/36

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ponesti quando el vestisti della nostra umanitá, pigliando la natura e imagine nostra umana. Oh abisso di caritá! qual cuore ,si può difendere che non scoppi a vedere l’altezza discesa a tanta bassezza quanta è la nostra umanitá? Noi siamo imagine tua, e tu imagine nostra per l’unione che hai fatta neil’uomo, velando la Deitá eterna con la miserabile nuvila e massa corrotta d’Adam. Chi n’ è cagione ? L’amore. Tu, Dio, se’ fatto uomo, e l’uomo è fatto Dio. Per questo amore ineffabile ti costringo e prego che facci misericordia alle tue creature.

CAPITOLO XIV

Come Dio si lamenta del popolo cristiano, e singularmente de’ ministri suoi, toccando alcuna cosa del sacramento del Corpo di Cristo e del benefizio della Incarnazione.

Alora Dio, vollendo l’occhio della sua misericordia verso di lei, lassandosi costringere alle lagrime e lassandosi legare a la fune del santo desiderio suo, lagnandosi diceva:

— Figliuola dolcissima, la lagrima mi costringe perché è unita con la mia caritá ed è gittata per amore di me; e léganomi e’ penosi desidèri vostri. Ma mira e vede come la sposa mia ha lordata la faccia sua; come è lebbrosa per immondizia e amore proprio e inflata superbia e avarizia di coloro che si pascono al petto suo, cioè la religione cristiana, corpo universale ; e anco il corpo mistico della santa Chiesa; ciò dico de’miei ministri, e’ quali sonno quelli che si pascono e stanno alle mamelle sue. E non tanto che essi si pascano, ma essi hanno a pascere e tenere a queste mamelle l’universale corpo del popolo cristiano e di qualunque altro volesse levarsi dalla tenebre della infedeltá e legarsi come membro nella Chiesa mia.

Vedi con quanta ignoranzia e con quanta tenebre e con quanta ingratitudine è ministrato, e con mani immonde, questo glorioso latte e sangue di questa sposa? e con quanta presunzione e irreverenzia è ricevuto? E però quella cosa che dá

Santa Caterina da Siena, Libro della divina dottrina.

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