Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 1.djvu/180

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1 4 2 * . ;,, f v Tatto temporale, il quale alla santa intenzione è spirituale, fate virilmente, procacciando quanto potete la pace e l’unione di tutto il paese (B): e per questa santa operazione, se bisognasse di dare la vita del corpo mille volte, «e fosse possibile, si dia: che oscura cosa è’a pensare e a vedere, il vederci in guerra con Dio per la moltitudine de’peccati de’sudditi e de’pastori, e perula ribellione che è fatta alla santa’ Chiesa (C) ed in guerra ancora corporale; e dove la guerra ogni fedele cristiano debba essere apparecchiato a mandarla sopra gl’infedeli e li falsi cristiani, la fanno l’uno contra l’altro; e così scoppiano li servi di Dio per dolore ed amaritùdine di vederli tanto offendere per la dannazione dell’anime che per questa periscono; e le’ dimonia godono, che veggono quello che vogliono vedere.

Bene è dunque da darci la vita per esemplo del - maestro della verità, e non curare nè onore, nè vituperio, che il mondo ci volesse dare nelle penose pene e morte del corpo. Sono certa, che se voi sarete vestito dell’uomo * nuovo Cristo dolce Jesù, e spogliato del vecchio, cioè della propria sensualità, che voi il farete sollecitamente; perocché sarete privalo del timore servile; perocché in altro modo non lo fareste mai; anco cadereste nelli difetti detti di sopra. Considerando dunque me, che v’era necessàrio d’ essere uomo virile

senza alcuno timore, c privato dall’amore" proprio di voi, perché sete posto da Dio in officio, che non richiede timore se non santo, però vi dissi, che io desideravo di vedervi uomo virile e non limoroso. Spero nella divina bontà, che farà-grazia a voi ed a me, cioè d’adempire la volontà sua, ed il vostro desiderio ed il mio. Pace, pace, pace, padre carissimo,’ ragguardate voi e gli altri, e fate vedere al santo Padre più la perdizione dell’animc, che quella delle città, perocché Dio richiede l’anime più che le città. Altro non dico. Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Jesù dolce, Jesù amore.


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