Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 1.djvu/43

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tore, il quale s’è mostrato a noi arbore nella nostra umanità pieno di dolci e suavi frutti; perchè noi arbori salvatichi ci potessimo innestare in lui. Or questo fu dunque il modo che tenne lo innamorato di Gregorio e gli altri buoni pastori, cioè, cognoscendo loro senza neuna virtù non essere, riguardando il Verbo arbore nostro, e fecero uno innesto, in lui, legati e vinti col legame dell’amore, perocchè di quello che l’occhio vede di quello si diletta, quando è cosa bella e buona. Adunque vedero e vedendo si legaro sì e per sì fatto modo, che non vedevano loro, ma ogni cosa vedevano e gustavano in Dio; e non era nè vento, nè grandine, nè dimonia, nè creature che la potesse tollare, che non producessero frutti domestici, perocchè erano innestati nel mirollo dell’arbore nostro Jesù, e li frutti dunque loro producevano eglino per lo mirollo della dolce carità nella quale erano uniti, e non ci ha altro modo.

IV. E questo è quello ch’io voglio vedere in voi: e se per infino a qui non ci fossi stato ben fermo, in verità voglio e prego che si facci questo punto del tempo che c’è rimasto, virilmente e come uomo virile, seguitando Cristo di cui vicario sete: e non temete, padre, per veruna cosa che avvenga da questi venti tempestosi che ora vi sono venuti, cioè di questi putridi membri che hanno ribellato J a voi; non temete, perocchè l’ajuto divino è presso: procurate pure alle cose spirituali, a’ buoni pastori, ai buoni rettori nelle città vostre, perocchè per li mali pastori e rettori K avete trovata ribellione. Poneteci dunque rimedio e confortatevi in Cristo Jesù e non temete: andate innanzi e compite con vera sollicitudine e santa, quello che per santo proponimento L avete cominciato, cioè dell’avvenimento vostro e del santo e dolce passaggio M; e non tardate più, perocchè per lo tardare sono avvenuti molti inconvenienti, ed il dimonio s’è levato e leva per impedire che questo non si faccia, perchè s’avvede del danno