, 113 morazioni del prossimo suo, o di qualunque altro difetto si fusse; ma con pazienzia, senza sdegno o giudicio alcuno porta realmente; ih ogni cosa giudica la dolce volontà di Dio; è pronto nell’obedienzia sempre in osservarla, obedendo all Ordine ed al prelato suo, perchè nel sangue gustò l’obedienzia del Verbo:’ non ha pena, perchè si ha tolta la volontà e messa nelle mani del suo prelato per Dio, giudicando la volontà sua nella volontà di Dio. Questo non sente fatica, perchè ha morta in sè la propria e perversa volontà, che sempre dà fatica, la quale uccise nel sangue; egli gusta 1* arra di vita eterna; sèmpre ha pace e quiete nell’anima sua, perchè si ha tolta quella cosa che gli dava guerra. Adunque, poiché tanto bene ne seguita e continuamente da empirsi la memoria del santo ricordamonto di questo sangue, come detto è, sparto con tanto fuoco d amore; e non dobbiamo passare punto di tempo, che l’occhio dell’intelletto nostro non si ponga per obietto il sangue di Cristo crocifisso, dove trova la verità del sommo ed eterno Padre, manifestata a noi col mezzo del sangue. Adunque leviamei e consumiamo i dì nostri realmente relucendo in noi le margarite delle virtù, le quali drittamente sono margarite, per le quali i veri servi di Dio vendono ciò che egli hanno, cioè la propria volontà che è libera loro per comperarle. Di questo v*invito e vi priego carissimamente che facciate. Oh quanto sarà beata quell’anima che in questa vita, mentre che vive non perderà il tempo suo; ma con sollicitudine comprala questa margarita, lavorerà nella vigna dell’anima sua, trattone le spine dell’ amore proprio, ed ogni altro difetto, e piantandovi le virtù, le quali chiamiamo margarite, ed in afferrarla col sangue di Cristo. Bene gusta vita eterna, vedendo per grazia e non per debito avere ricevuta la vita del sangue; accordata colla dolce , volontà di Dio la volontà sua; la quale volontà essendo morta in noi e viva in lui nell’ultimo della vita 5. Caterina da Siena. Opere T. IV. 8