Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 2.djvu/119

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A D. GIOVANNI SABBATINI DA BOLOGNA E D. TADDEO DE MAL A VOLTI DA SIENA (A) MONACI DELLA CERTOSA A BELIt’GUARDO.

I. Gli mostra come non si dere temere gl nofìr.)l con timore servile, ma solo Iddio, tl quale timor servile si perde nel saugue di Gesù Cristo e nella sanla carila.

II. L’esorta ad uccidere la propria volontà, ed abbracciare la croce, amando d’esser perseguitali per Gesù Cristo, ed in olire alla perseveranza nell’orazione, alla carità fraterna nell ob bedienzia, alla fatica ed altre virtù che convengono a’ religiosi.

%lziUta BO.

sii nome di Jesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.

I. ilarissimi figliuoli in Cristo Jesù. Io Catarina, serva e schiava deJ servi di Jesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo, con desiderio di vedervi cavalieri virili, senza veruno timore servile, così vuole il nostro dolce Salvatoré, che noi temiamo lui e non gli uomini del mondo, così disse egli. Non temete coloro che possono uccidere il corpo, ma me, che l‘anima ed il corpo posso mettere nòli’ inferno, e però voglio che voi siate annegati nel sangue del Figliuolo